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La Storia

Il Progetto:
Grafts – Innesti di community è nato come un progetto finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il progetto è stato pensato con il fine di attivare l’interesse della comunità sui beni pubblici in disuso e sul rischio che lo stato di abbandono che spesso ne caratterizza la presenza, determini fenomeni di degrado, marginalità sociale, impoverimento urbanistico, culturale e patrimoniale dei centri storici della provincia di Frosinone.
La Provincia è caratterizzata dalla presenza di numerose cittadine, borghi storici e d’arte ma anche da un ampio “patrimonio” di beni pubblici abbandonati inutilizzati e spesso fatiscenti, trasformati in ricettacolo di rifiuti. Si presenta così una situazione di degrado urbano e sociale.
L’obiettivo è stato dunque quello focalizzare l’attenzione sulle potenzialità che questi rappresentano e auspicare alla formazione di una coscienza comunitaria sul valore dei beni comuni.

Criteri di scelta d’intervento:
Edifici pubblici nella provincia di Frosinone (ad eccezione Capoluogo);
Comuni da 10.000 a 30.000 abitanti.

Comuni:

  1. Alatri è una delle città principali della Ciociaria, uno dei centri più antichi del Lazio. Nota soprattutto per l’acropoli preromana cinta da mura megalitiche.
    Popolazione: 28.671.
  2. Anagni è nota come la città dei Papi, sia per aver dato i natali a quattro pontefici (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII) sia per essere stata a lungo residenza e sede papale.
    Popolazione: 21.288
  3. Ceccano è l’antica Fabrateria Vetus, città volsca, già esistente nel 330 a.C., situata lungo le rive del fiume Sacco denominato dai Romani Trerus o Tolerus. Per il n° di abitanti è la quinta città della provincia.
    Popolazione: 23.449
  4. Ferentino ha origini antiche ed avvolte nel mito: la leggenda ne ascrive la fondazione al dio Saturno che, scacciato dall’Olimpo, si insediò in questo territorio dove fondò la città e ne diffuse le arti e le tecniche.
    Popolazione: 21.131
  5. Fiuggi denominata “Anticoli di Campagna” fino al 1911, è rinomata come centro termale della Ciociaria. Il centro storico cittadino sorge su una collina alle pendici dei Monti Ernici.
    Popolazione: 10.511
  6. Isola del Liri si sviluppa su un’isola formata dal fiume Liri, dove questo si biforca in due bracci, i quali formano ciascuno un salto: il primo prende il nome di Cascata Grande (alta circa 27 metri) e fra le poche a trovarsi in un centro storico e il secondo noto come la cascata del Valcatoio.
    Popolazione; 11.516
  7. Monte San Giovanni Campano è situato nel territorio dei Monti Ernici a 438 metri sul livello del mare. Il territorio comunale si estende da nord a sud, presentando grandi differenze altimetriche.
    Popolazione: 12.820
  8. Pontecorvo è un comune situato nella Valle Latina. I primi insediamenti umani risalgono al Neolitico: in località Vetrine sono state trovate amigdale e strumenti in osso, probabilmente le grotte sulle colline furono il rifugio per queste prime popolazioni. Sono stati trovati reperti anche dell’Età del bronzo e del ferro.
    Popolazione: 13.200
  9. Sora per numero di abitanti è la quarta città della provincia di Frosinone e ventinovesima del Lazio. Situata a circa 300 m.s.m a ridosso dell’Appennino Centrale a confine tra Lazio e Abruzzo.
    Popolazione: 26.057
  10. Veroli sarebbe presente già dal XII secolo a.C. L’antica Verlae era uno dei paesi alleati di Roma, ca testimonianza le tavole dei Fasti verulani: un calendario romano di marmo, risalente al I secolo d.C.
    Popolazione: 20.426Alatri.

Il gruppo:
Il gruppo di lavoro è stato formato da giovani professionisti, tutti conterranei, mossi dalla stesso obiettivo, quello di dare una nuova possibilità alla città.

Il laboratorio:
Il gruppo ha scelto Alatri, come tante altre città del territorio della Ciociaria, presenta perle e scorci ineguagliabili, ma anche tanti punti di abbandono e degrado come il vecchio ospedale di Piazza Regina, il Convento delle Calvariane che fu sede di scuole private,l’enorme caseggiato dell’ex IPAB Rodilossi, un tempo orfanotrofio femminile e ora in stato di abbandono e di degrado, il cinema Politeama, metà del Palazzo Gottifredo, con lo splendido salone ricostruito filologicamente dal privato che ne è proprietario, una gran parte del Palazzo Grappelli, il cui recupero non è stato completato. Se poi ci si allarga per comprendere l’ampia periferia della città, troviamo: il Campo delle Fraschette, il Convento dei Cappuccini, sorto su un antico tempio dedicato alla dea Bellona, il Castello dei Grà, Grangia dei frati di Trisulti.

L’Ex Ospedale:
La scelta di soffermarsi, come punto di partenza, sulla struttura del nosocomio tra l’ampia costellazione dei beni in disuso nasce da diverse considerazioni legate alla città, al turismo e al luogo. L’ex Ospedale San Benedetto è inserito nel filo della cinta e delle sette porte di Alatri e per tale motivo, all’interno, la parte più antica è caratterizzata dalla presenza delle mura poligonali.
Queste conferiscono all’edificio un’importanza storica indiscutibile.
La posizione della struttura ospedaliera è strategica sia come “biglietto da visita” del centro storico arrivando da via Alcide de Gasperi, sia come quinta urbana per la piazza Regina Margherita.
Inoltre, la grande metratura, circa 4000 metri quadrati, permetterebbe una commistione di funzioni diverse tra loro e nuovi spazi di cui il paese è carente.
La rivitalizzazione dell’ospedale porterebbe con sé, per di più, una rigenerazione degli spazi urbani, partendo dall’area antistante.
La riqualificazione e la cura di un bene architettonico, così inserito nel tessuto storico, potrebbe essere un primo passo per ridare luce ad un luogo pieno di bellezze ormai dimenticate.
L’ex Ospedale San Benedetto di Alatri, la cui prima notizia troviamo in una pergamena del 1186, nacque come riparo per pellegrini adiacente all’omonima chiesa. Il complesso venne ampliato a partire dal 1538-1540 aggiungendo un piano ulteriore rispetto a quello esistente. Nel 1790 il complesso, diventato ospedale, venne sottoposto ad un’ulteriore fase di espansione più massiva, inserendo nuove corsie, ampliando le sale di degenza.
Il volume architettonico mantenne un rigore compositivo con la corte distributiva da cui si accedeva da piazza Regina Margherita e con il loggiato posto al piano primo.
Questo schema compositivo, quest’alternanza di pieni e vuoti permetteva un rapporto vivo con il contesto: il loggiato regalava viste di belvedere verso l’Acropoli e la campagna di Alatri, mentre la corte era direttamente legata allo spazio urbano e alla vita cittadina.
Nel 1905 il prospetto sulla medesima piazza venne modificato innestandovi il blocco della farmacia, punto nevralgico per la città.
Il rapporto biunivoco tra gli spazi esterni e quelli interni rimase intatto.
L’intervento che cambiò radicalmente l’aspetto dell’ospedale e la sua volumetria fu quello del 1967: un volume occupò lo spazio vuoto della corte per addizione, con la medesima modalità costruttiva venne aggiunto un volume a due piani di fronte il blocco della farmacia e altri due volumi verso via San Francesco.
L’ospedale acquistò la sua configurazione completa. I lavori vennero ultimati nel 1970 e la sua conformazione rimase invariata fino alla chiusura del 1987, l’anno nel quale è stato inaugurato il nuovo nosocomio di Chiappitto.

Lo studio:
Lo studio è stato condotto dall’ équipe, che ha lavorato per restituire un progetto completo in tutti i suoi aspetti nel quale sono state previste della attività che hanno definito il raggiungimento dei risultati.
Tra cui:

  • La ricognizione generale della situazione dei maggiori centri della provincia;
  • Individuazione di un centro-laboratorio (ex Ospedale San Benedetto);
  • Formazione dei professionisti della progettazione urbana e sociale;
  • Avvio del laboratorio;
  • Coinvolgimento attivo delle realtà scolastiche (attraverso momenti di formazione e di alternanza scuola-lavoro);
  • Consultazione della cittadinanza attraverso un questionario costruito per individuare le esigenze della popolazione in merito alla riqualificazione della struttura dell’ex ospedale;
  • Presentazione del progetto alla comunità con la relativa formalizzazione dei risultati.

La Proposta:
Piano 0
INFO POINT TURISTICO E RECEPTION: accoglienza e reception per lo spazio ricettivo nella porzione sud -ovest del piano. Dal questionario si è espressa l’esigenza da parte dei cittadini di incrementare le attività per il turismo valorizzando i punti di forza della città di Alatri e più in larga scala della Ciociaria.
BOUTIQUE HOTEL + FORESTERIA: un’area dedicata al potenziamento dell’offerta ricettiva che ospita all’interno stanze tipo boutique – albergo e stanze con più posti letto sul modello della foresteria destinate anche all’accoglienza di chi frequenterà la scuola di cucina.
COWORKING (nella restante porzione), dotato di aule per studio e didattica, aule informatiche, sala conferenza, postazioni temporanee per studenti/ professionisti, laboratorio attività per bambini e/o anziani. Altri due aspetti molto importante, infatti, che si sono manifestati durante gli incontri sono stati quelli di destinare più spazi per i giovani destinando loro punti di ritrovo e di studio ed intensificare gli spazi di condivisione e socializzazione per i bambini dando loro spazi ludici esterni come il grande potenziale della piazza adiacente l’ex-ospedale.
Piano 1

AREA MERCATO: spazio destinato alla vendita diretta di prodotti tipici locali, prodotti enogastronomici e allo street food. Vendita diretta e consumo di cibi freschi in aree attrezzate per il ristoro. La Ciociara presenta molte realtà che hanno cura di coltivare i prodotti del territorio locale. Non vi è, però, una rete che valorizzi queste specialità enogastronimiche e che restituisca il giusto valore al lavoro di qualità.
SCUOLA DI CUCINA: all’area mercato è stata annessa una scuola di cucina professionalizzante che utilizza, così come il ristorante, prodotti a km 0 provenienti dal territorio e anche dalla coltura idroponica, collocata ai piani inferiori dell’edificio.
RISTORANTE SPERIMENTALE DI ALTA CUCINA: è stato pensato in singergia rispetto scuola di cucina offrendo, così, una rivisitazione in chiave moderna dei piatti tipici locali.
Piano -1

Si accede mediante uno spazio- cortile ad uso flessibile, che potrà essere dedicato ad ospitare eventi di tipo enogastronomico, esposizioni temporanee o mercati di tipo diverso da quelli già presenti all’interno della struttura. Ascoltando, infatti gli abitanti, si è percepito il bisogno di avere spazi che possano accogliere eventi di diversa natura e che possano essere flessibili in base alle esigenze. Il centro storico diventa la scenografia per manifestazioni ed espressioni culturali.
MERCATO DEL FRESCO: destinato alla vendita diretta di prodotti tipici locali. Il piano ospita inoltre spazi di servizio per lo stoccaggio e la
conservazione dei prodotti.
FAB LAB DELL’ARTIGIANATO: dedicato alla produzione/lavorazione, esposizione e vendita di prodotti dell’artigianato locale (gioielli ciociari, artigianato in legno/altri materiali,..); si tratta di piccole officine dotate di attrezzature utilizzabili da chiunque voglia realizzare le proprie idee o acquisire competenze tecnologiche nel settore dell’artigianato.
LOCALI TECNICI: per il suo funzionamento.
Piano -2

COLTURA IDROPONICA: è un tipo di coltivazione fuori suolo, in cui la terra è sostituita da un substrato di materiali inerti (tipo argilla espansa, fibra di cocco, lana di roccia) e la pianta viene nutrita con apporto di acqua e composti inorganici. Può avvenire in spazi aperti o chiusi ed essere organizzata anche in verticale, in assenza di luce naturale e quindi in ambienti ristretti e/o ipogei. Quest’ultima parte dell’edificio cerca di coniugare l’innovazione con la tradizione facendo conoscere un nuovo modo di coltivare.

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